EPP – Giornata di studio e confronto 2018


Data 9 giugno 2018
Luogo Napoli
  • Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

Prima sessione ore 10.30-13.00

 

ANTROPOCENE O CAPITALOCENE?

Interventi di

Jason Moore – Binghamton University – State University of New York – Suny Stefania Barca – Centro de Estudos Sociais – Università di Coimbra Gennaro Avallone – Università degli studi di Salerno Miriam Tola – Northeastern University / attivista Non Una Di Meno

 


Seconda sessione ore 15.00-19.00 | tavola rotonda

 

UN’ECOLOGIA POLITICA AL PLURALE?

Coordina

Nicola Capone – Istituto Italiano per gli Studi Filosofifici Dialogano Giacomo D’Alisa – Centro de Estudos Sociais – Università di Coimbra Marco Armiero – KTH Environmental Humanities Laboratory in Stockholm Tiziana Terranova – Università degli Studi di Napoli L’Orientale di Napoli Anna Fava – Università degli Studi di Napoli Federico II Maura Benegiamo – Università degli Studi di Milano Bicocca Cristina Morini – Basic Income Network / Effifimera Laura Guidi – Università degli Studi di Napoli Federico II Giso Amendola – Università degli studi di Salerno / Collettivo Euronomade Antonello Petrillo – Università Suor Orsola Benincasa Salvo Torre – Università degli Studi di Catania Andrea Ghelfifi – ricercatore indipendente Emanuele Leonardi – Centro de Estudos Sociais – Università di Coimbra / Effimera


L’ecologia politica rappresenta un campo di studi interdisciplinare dove studios_ e attivist_ di diverse provenienze si possono incontrare e collaborare intorno al tema dell’emergenza ambientale, che è forse il segno più caratterizzante della nostra epoca. Alla nuova narrativa globale fondata sull’Antropocene (l’era dell’umano, l’umanità come forza geologica), che propone una naturalizzazione delle ineguaglianze prodotte dalla crisi ecologica, perché le ritiene il necessario risultato della presenza dell’Umano nel contesto terrestre, l’ecologia politica oppone una ripoliticizzazione dell’ecologia. In questa prospettiva va inquadrata la categoria di Capitalocene (l’età del capitale, il capitalismo come forza geologica) che svela le radici economiche, politiche e culturali della crisi in atto. Altro concetto chiave dell’ecologia politica è quello di “giustizia ambientale”, che nasce dalle lotte contro la distribuzione diseguale dei costi ambientali, sistematicamente scaricati su corpi scartabili (razzializzati, sessualizzati, migranti) e che producono “aree di sacrificio”, partendo dunque dalla constatazione che, se l’ambiente è un bene comune, tuttavia “l’inquinamento non è uguale per tutti”. Dalla degradazione degli ecosistemi e del patrimonio storico-artistico alla mercificazione delle risorse alimentari, idriche ed energetiche, dai flussi migratori causati dall’inquinamento e dai cambia- menti climatici fino all’urbanizzazione selvaggia e alle guerre per accaparrarsi zone strategiche per la sopravvivenza e il sostentamento dei paesi più sviluppati: conflitti ambientali emergono sempre più numerosi e mettono in questione il paradigma antropocentrico e meccanicistico prevalente. Da qui l’idea di avviare un “Laboratorio di studi” quale luogo interzezionale e di convergenza per diverse discipline e istituzioni culturali, che abbia al centro delle proprie attività la necessità di riflettere e formarsi sulle principali posizioni espresse dal pensiero ecologista del Novecento ma anche sulle nuove forme che sta assumendo oggi il dibattito ecologico. In questa prospettiva il 9 giugno si è pensato di invitare uno dei più importanti studiosi statunitensi di ecologia politica, Jason Moore, autore di vari scritti sul Capitalocene, per discuterne con lui e altre studiosi e studiose che stanno portando avanti ricerche sul tema da prospettive disciplinari diverse. L’obiettivo della giornata di studi è di porre le basi per un percorso di ricerca condiviso che possa far convergere i diversi ambiti disciplinari in una prospettiva di ricerca più ampia e complessa.