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Seconda riflessione: Responsabilità e salvaguardia, conservare PER il futuro

Seconda riflessione: Responsabilità e salvaguardia, conservare PER il futuro

Per accompagnare in modo efficace l’analisi sul nesso Beni comuni-Urbanistica-Costituzione, si propongono 4 riflessioni:

  1. Spazio e norma
  2. Responsabilità e salvaguardia, conservare PER il futuro
  3. Territorio, disciplina urbanistica e rispetto della Costituzione
  4. Beni comuni e standard urbanistici

Per ogni sezione sono proposte “Riflessioni parallele” e “Temi generati/evocati”, articolati in “Segni e immagini” e “Retrospettive”

Seconda riflessione: Responsabilità e salvaguardia, conservare PER il futuro

L’atteggiamento di salvaguardia del territorio si indirizza, nella logica dei beni comuni, alla necessità di costruire previsioni sul territorio coerenti con la conservazione degli equilibri eco-sistemici. Preservare i beni dal consumo irreversibile, assicurandoli alla disponibilità delle generazioni future.

«La società civile contemporanea produce (…) una forte istanza di partecipazione, di scelta, di autorganizzazione e autoproduzione del proprio benessere» perché il bene comune «è un bene indisponibile a trasformarsi in merce e il cui valore d’uso prevale sul valore di scambio» [1].

I beni comuni, infatti, sono “fuori mercato”.
La riflessione filosofica, economica e politica, oltre che tecnica, è dunque sul continuum territoriale in cui quei beni sono immersi. I temi che impegneranno l’urbanistica dovranno sempre più confrontarsi con logiche di concreta sostenibilità. Ed è un tema complesso che al consumo oppone la manutenzione consapevole, allo spreco il riuso.

La conservazione PER il futuro non è un concetto recente (ripercorrere MIT ’72, Dichiarazione Stoccolma, Dichiarazione di Rio, per es.). Parallelamente, si è evoluto il nostro concetto giuridico delle tutele. Ne è prova il lungo percorso che ha condotto dalla visione parziale e cosiddetta edonistica di protezione delle bellezze naturali e dei beni culturali, ad una visione organicamente rivolta al sistema che ne è custode e che inevitabilmente si intreccia con l’eco-sistema.

Il ricongiungimento di paesaggio ambiente e territorio rappresenta un tema assai complesso, da decifrare ancora una volta in chiave costituzionale [2].

«Le questioni ambientali sono sempre più avvertite socialmente, la salvaguardia degli ecosistemi, dei paesaggi, dei patrimoni storici, divengono “norme che ci impediscono di cadere nella dismisura e nell’illimitatezza” (Latouche, 2012, p.11). Le questioni economiche e sociali, i temi delle diseguaglianze e delle differenze, producono forti discontinuità in uno spazio sempre più deprivato del diritto alla città, di giustizia spaziale e ambientale, il cui riscatto è ineludibile per un pensiero contemporaneo sul progetto della città» [3].

Note

[1] Francesco Lo Piccolo e Filippo Schilleci, Forma e processi per il progetto del territorio, Franco Angeli, 2016

[2] Salvatore Settis, Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile, Einaudi 2019; id, Il paesaggio come bene comune, La scuola di Pitagora 2013; Stefano Rodotà, Il diritto di avere diritti, Laterza 2012.

[3] Michelangelo Russo, Presentazione in Cambiamenti dell’urbanistica, Donzelli, 2017. Il riferimento a Serge Latouche presente nella citazione è: Limite, Bollati Boringhieri, 2012.

Riflessioni generali e temi generati/evocati

Segni e immagini: Sottrazioni di suolo/statistiche del consumo; mappe dell’irreversibilità

Retrospettive: Codici del paesaggio/codici dell’ambiente

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