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Prima riflessione: Spazio e norma

Prima riflessione: Spazio e norma

Per accompagnare in modo efficace l’analisi sul nesso Beni comuni-Urbanistica-Costituzione, si propongono 4 riflessioni:

  1. Spazio e norma
  2. Responsabilità e salvaguardia, conservare PER il futuro
  3. Territorio, disciplina urbanistica e rispetto della Costituzione
  4. Beni comuni e standard urbanistici

Per ogni sezione sono proposte “Riflessioni parallele” e “Temi generati/evocati”, articolati in “Segni e immagini” e “Retrospettive”

Prima riflessione: Spazio e norma

Un approfondimento sulla complessa relazione tra spazio e norma dà ragione della responsabilità del pianificatore.

Riattraversando un’analisi del nesso spazio-norma si può ragionare a lungo sui fondamenti dello spazio come universo collettivo, rileggendo il binomio territorio-diritti.

«Nell’esperienza degli Stati costituzionali del secondo Novecento il territorio non è più inteso come mero supporto alla vita dello Stato o come (…) espressione geografica dei confini amministrativi entro cui lo Stato esercita la sua sovranità (…). Esso è posto come il luogo entro cui e attraverso cui è reso possibile esercitare le libertà democratiche, potendo avere garantiti sul territorio nazionale i diritti fondamentali (…)» [1]

Si delinea una trama di pensiero a partire da spunti del testo Lo spazio e la norma. per una ecologia politica del diritto [2], lavoro che «(…) mette insieme in modo intrinsecamente non dissolubile, l’uomo e lo spazio, l’attività umana e la vita della natura (…). Scopre, in consonanza con la Costituzione del secondo dopoguerra, che, trasferendo nel senso dell’ecologia politica il concetto di territorio in quello di Terra e il concetto di uomo in quello di umanità, l’indagine giuridica non può partire dall’individuo e dal processo dell’impossessamento da parte di questi di spazi della natura (chiamati poi praedia, cioè prede sottratte alla comunità, che ne resta “privata”, con le note “recinzioni”, e “occupazioni”, le quali unendo alla terra il lavoro dell’uomo legittimavano la nascita di un “diritto di proprietà privata”), ma deve partire dalle collettività, cioè dall’insieme di tutti gli individui (…). Viene in evidenza (…) il concetto di “proprietà pubblica” come “Proprietà della comunità”, intesa come “presupposto” di un “uso” generalizzato e egualitario di tutti i membri della collettività. (…) Il campo quindi in cui si vede realizzato nella realtà giuridica questa visione del rapporto tra spazio e norma è quello di beni comuni, cioè di quei beni che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali, nonché al libero sviluppo della persona, e sono informati al principio della salvaguardia intergenerazionale delle utilità» [3].

Note

[1] Nicola Capone, Diritti, Stato e territorio tra primo e secondo Novecento. I contributi di Santi Romano e Tomaso Perassi e la svolta costituzionale di Alberto Predieri, in «Politica del Diritto», 1/2021, il Mulino, 2021

[2] Nicola Capone, Lo spazio e la norma. Per una ecologia politica del diritto, Ombre corte, Verona 2020

[3] Paolo Maddalena, estratto dalla recensione di Lo spazio e la norma. Per una ecologia politica del diritto di Capone Nicola (2020)

Riflessioni generali e temi generati/evocati

Segni e immagini: sottrazioni/recinzioni; confini; segni del possesso

Retrospettive: scomparsa delle terre comuni; ordinamenti fondiari e paesaggi.

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